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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2013 alle ore 14:47.

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La zona di produzione del Dogliani è una delle più belle del Piemonte, un territorio in gran parte integro, ponte fra la langa del Barolo, a nord, e l'alta langa dei noccioli a sud, delimitato dal Tanaro ad ovest.
Non si è lontani dalle montagne dell'Appennino ligure e delle alpi Marittime, il che garantisce un'aria più fresca, che rende il clima più congeniale al Dolcetto, vitigno sinonimo del territorio, sofferente al caldo eccessivo.

Dalle colline del Doglianese si gode di un panorama mozzafiato, sembra di essere su un meraviglioso Belvedere sulla pianura e le Alpi da un lato, e sulla più nota Langa del Barolo dall'altro.
Su queste colline si coltiva da sempre Dolcetto, ma spesso in passato il paradigma guida non è stato la qualità.
Nei decenni scorsi, tranne qualche rara eccezione, si faceva prevalentemente quantità.
A partire dalla fine degli anni '80, inizio anni '90, molti giovani produttori hanno iniziato un percorso diametralmente opposto, volendo andare nella direzione di produrre ottimi vini, di dare una nuova nomea al territorio.
E col passare degli anni i risultati sono sotto gli occhi di tutti, tanto da fare secondo me del Dogliani DOCG uno dei migliori vini rossi d'Italia dal punto di vista del rapporto qualità / prezzo: grande qualità, accessibile non solo a pochi privilegiati.
Le due cantine che vi presento di seguito sono tra le artefici di questa trasformazione.

Anna Maria Abbona – Fraz. Moncucco – Farigliano (CN)
La cantina di Anna Maria e del marito Franco, a cui ormai inizia ad affiancarsi il giovane figlio Federico, non rappresenta solo un luogo in cui si creano ottimi vini, ma è contemporaneamente frutto di una scelta di vita personale e simbolo del cammino percorso negli ultimi 20 anni dal mondo vitivinicolo del Doglianese.
La storia di Anna Maria parte da lontano: il bisnonno Giuseppe coltivava le vigne da mezzadro, senza riuscire a coronare il sogno di diventare proprietario. Traguardo raggiunto da nonno Angelo, innestatore oltre che contadino. La fiaccola è passata a papà Giuseppe, che ha resistito al richiamo della fabbrica ed ha preferito restare legato alla sua terra.
Anna Maria era una giovane grafica pubblicitaria, Franco, proveniente anch'esso da una famiglia di viticoltori, lavorava la pietra ed il legno.
Nel 1989 la svolta: papà Giuseppe vuole estirpare dei vigneti, il nonno venderne altri. Anna Maria e Franco non ci stanno e diventano viticoltori realizzando la propria cantina.
Con un grande sogno: produrre non quantità ma qualità.
L'azienda attualmente ha 12 ettari di vigneto, produce 75.000 bottiglie / anno, suddivise su 12 etichette.
Fra queste ho assaggiato il Maioli 2010.

Maioli 2010 – Dogliani DOCG
Vino rosso ottenuto al 100 % da uve Dolcetto, di gradazione 14,5 %.
Le bottiglie prodotte sono 7.000.
Nasce dal vigneto più vecchio dell'azienda, a 500 m sul livello del mare.
Il vigneto Maioli, impiantato nel 1936 da nonno Angelo, è una sorta di vigneto sperimentale, in cui si sono confrontati diversi portainnesti e più cloni di Dolcetto.
La vendemmia è stata ad inizio ottobre, a cui è seguita vinificazione ed affinamento in acciaio.
Ma passiamo al bicchiere: il colore è rosso rubino, acceso, con tendenze al viola.
I profumi sono intensi, complessi ma fini ed eleganti: spaziano dalla frutta rossa alle spezie.
Nel berlo si confermano tutte le piacevoli sensazioni precedenti: è caldo, persistente, avvolgente, oserei quasi dire "sugoso" tanto si sente la polpa della frutta.
Prezzo in enoteca: 13 Euro

Bricco del Cucù – Località Bricco – Bastia Mondovì (CN)
L'originale nome dell'azienda, fondata da Dario Sciolla nel 1990, nasce dalla fusione tra il nome della località, la frazione Bricco di Bastia Mondovì, e quello della vigna più importante, del Cucù.
Le prime bottiglie con propria etichetta sono proprio del 1990, ma gli Sciolla sono viticoltori da sempre: dapprima come conferitori d'uva alla Cantina Sociale e produttori di vino sfuso.
La famiglia è al Bricco già dal '600, da sempre agricoltori, oltre ai 10 ettari di vigneto, lavorano anche 7 ettari a nocciole.
Le etichette prodotte sono 6, per un totale di 50.000 bottiglie / anno.
Dario, dopo la recente scomparsa del papà Giuseppe, conduce da solo l'azienda, anche se negli ultimi mesi la giovane figlia Irene ha deciso che vuole seguire le orme paterne, per cui è sempre più presente in cantina.
Fra i suoi vini, ho potuto degustare il Dogliani Bricco San Bernardo 2009, che ha portato Dario all'attenzione degli appassionati grazie a prestigiosi riconoscimenti dei critici.

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