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Questo articolo è stato pubblicato il 16 aprile 2014 alle ore 12:48.
L'ultima modifica è del 16 aprile 2014 alle ore 16:26.

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Mentre la maggioranza si divide sulle nuove regole di semplificazione per rilanciare l'apprendistato contenute nel dl Poletti, Isfol, Inps e ministero del Lavoro, nel loro monitoraggio annuale, evidenziano un nuovo calo nell'utilizzo di questo contratto, specie tra i minori (e il piano sperimentale di apprendistato a scuola contenuto nel dl Carrozza è ancora in bozza fermo sui tavoli ministeriali).

I dati del rapporto
I numeri pubblicati oggi parlano chiaro: il numero medio annuo dei rapporti di lavoro in apprendistato è di 469.855 (dati 2012), in flessione del 4,6% rispetto all'anno precedente. Il calo più evidente si riscontra nell'Italia Centrale (-5,9%), segue il Nord (-4,2%) e il Mezzogiorno (3,8%). Complessivamente a partire dal 2008 si sono persi quasi 175 mila rapporti di lavoro.

Male soprattutto i giovani
L'obiettivo del Tu Sacconi del 2011 era quello di fare dell'apprendistato il canale principale d'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Poi la Fornero ha irrigidito il quadro. E questo obiettivo è ancora distante. La quota di apprendisti sul totale dei giovani occupati (15-29enni) si ferma nel 2012 al 13,9%, contro il 14,1% del 2011. Tra i lavoratori in apprendistato i minori si riducono del 41,2%, giungendo a uno stock medio di 3.842 occupati. Le donne sono circa il 43% di tutta la platea.

In positivo solo alberghi e ristoranti
Le aziende di tipo artigianale, che rappresentano il 30% circa dei rapporti di lavoro in apprendistato, presentano contrazioni maggiori delle altre (-8,3% contro il -2,4%). Particolarmente negativi appaiono gli andamenti delle costruzioni (-18,2%) e delle attività finanziarie (-18,5%), mentre alberghi e ristoranti segnano un +3 per cento.

In calo le trasformazioni a tempo indeterminato
Per quanto riguarda i flussi in entrata, il numero di lavoratori avviati nel 2012 è pari a 263.713, con una variazione annua del -5,4%, che risulta tra l'altro peggiore di quella del 2011 (-2,4%). Le trasformazioni in contratti a tempo indeterminato riguardano poco più di 161 mila lavoratori, con un calo del 10,8 per cento.

Tutti i ritardi della formazione pubblica
Secondo il monitoraggio di Isfol, Inps e ministero del Lavoro, emerge anche come relativamente al sistema pubblico di formazione, nel 2012 si registra un decremento annuo pari a -6,5%. Il tasso di copertura, cioè la quota di giovani inseriti nei percorsi formativi del sistema pubblico, segnala una diminuzione dell'1,4%, attestandosi al 31%. Si registra anche un leggero incremento nella percentuale di completamento del percorso formativo che sale al 68,2% contro il 65,1% dell'anno precedente.

In calo del 15% le risorse impegnate dalle Regioni
Le risorse finanziarie impegnate dalle Regioni nel 2012 per il sistema pubblico di formazione per l'apprendistato sono pari a circa 161 milioni di euro, con un decremento del 15,8% su base annua. L'89,2% delle risorse sono state destinate alle attività per l'apprendistato professionalizzante, con un incremento di quasi 10 punti percentuali. Gli impegni per l'apprendistato per la qualifica e il diploma professionale rappresentano il 7,1% del totale, mentre rimangono residuali le risorse destinate all'apprendistato di alta formazione e ricerca (0,6% del totale). Di la necessità di intervenire. In questa direzione le nuove norme del dl Poletti rendono facoltativa la formazione pubblica (liberando le imprese da questo onere). Ma la maggioranza è spaccata, con il Pd che vorrebbe reintrodurla obbligatoriamente e il Ncd che invece si oppone a qualsiasi modifica del dl 34.

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