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Questo articolo è stato pubblicato il 31 marzo 2013 alle ore 14:45.

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Nel 1949 Nikolaus Pevsner, riferendosi a fotografi di architettura scriveva: "Il potere del fotografo di valorizzare o distruggere l'originale è comunque innegabile. In un edificio la scelta dei punti di vista, degli angoli, della luce, è semplicemente ciò che crea lo spazio. (…) Inoltre può evidenziare così intensamente un dettaglio da renderlo più convincente sulla lastra che nell'originale".

È quello che spesso succede ancora oggi osservando le foto di Giorgio Casali, il fotografo italiano che per buona parte ha scritto con i suoi scatti la storia dell'architettura e del design Made in Italy del dopoguerra. Per oltre un trentennio, dal 1950 a metà degli anni Ottanta, Casali è stato il fotografo dei maggiori architetti e designer che necessariamente ruotavano attorno alla rivista-simbolo fondata e diretta da Gio Ponti.

Lodigiano, classe 1913, Giorgio Casali si era appassionato alla fotografia fin da bambino e presto ne aveva fatto la propria professione. All'inizio degli anni Cinquanta l'incontro che gli cambia la vita: per Gio Ponti fotografa la sedia "Superleggera" ed inizia così uno straordinario rapporto professionale che lo legherà alla rivista Domus fino ai primi anni Ottanta. Nasce così il mito delle fotografie firmate "foto Casali-Domus", cui il design italiano deve buona parte della sua fortuna.

Una ampia selezione di quelle foto è ospitata in questi giorni presso il Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri di Verona, dove è allestita la mostra "Giorgio Casali fotografo. Domus 1951-1983. Architettura, design e arte in Italia", curata da Angelo Maggi e Italo Zannier.

Gli anni raccontati attraverso le foto di Casali sono quelli del boom economico, anni in cui l'Italia viene pervasa da un fremito di rinnovamento che la cambierà radicalmente. La straordinaria scelta di immagini apparse su Domus che qui viene esposta ci rimanda gli oggetti e ai personaggi stessi che hanno segnato la memoria collettiva di un'epoca.
È dalle pagine di Domus che la gente comincia a percepire i prodotti industriali e le nuove architetture come qualcosa di godibile e leggibile: è Gio Ponti per primo a ritenere che l'immagine fotografica conti prima del testo. Un progetto comunicativo che Casali sposa appieno.

Le sue sono per lo più foto in bianco e nero "ma non per questo sono ‘belle', come molti ancora vogliono credere che il bianco-nero sia "più artistico" – scrive Italo Zannier nel saggio introduttivo al catalogo - sono belle (…) per la loro intelligenza rappresentativa, ossia il racconto dell'architettura, che non è soltanto descrizione numerica di mattoni e tegole".

Casali lavora con una tecnica assolutamente personale, utilizzando una reflex 6x6; dal negativo quadrato, in fase di stampa procede ad una ulteriore "reinquadratura" dell'oggetto enfatizzando quella parte dell'immagine che è funzionale alla pagina della rivista. Le foto di Casali insomma non abbisognano di ulteriori interventi da parte degli impaginatori di Domus, sono già perfette, architetture esse stesse. Un linguaggio fotografico che esalta soprattutto i valori plastici e formali dell'architettura, dando alle opere un senso di astrazione e di atemporalità.

Le immagini in mostra agli Scavi Scaligeri provengono tutte dal Fondo Casali, che nel 1998 è stato acquisito dall'Archivio Progetti di Venezia in seguito ad una convenzione tra lo IUAV di Venezia e gli eredi del fotografo. Tutto il materiale è ancora in via di catalogazione e questa mostra è uno dei primi risultati dell'ampio lavoro che si sta effettuando. Dopo l'allestimento veronese la mostra sarà ospitata dall'Estorick Collection of Italian Modern Art di Londra.

Giorgio Casali fotografo. Domus 1951 – 1983 architettura, design e arte in Italia
15 febbraio – 5 maggio 2013
Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri di Verona
A cura di Angelo Maggi e Italo Zannier

www.comune.verona.it

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