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Questo articolo è stato pubblicato il 03 marzo 2013 alle ore 18:36.

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«Non ho intenzione di scambiare sedie e fare patti». Lo ha detto il segretario del Pd Pier Luigi Bersani intervistato da Fabio Fazio durante la registrazione del programma"Che tempo che fa" rispondendo a una domanda sull'eventualita' di contatti con Grillo e il Movimento 5 Stelle.

Definendo Grillo come uno che «gioca all'uomo mascherato», Bersani sottolinea come il leader del M5S «sia voluto venire in Parlamento e adesso deve dire quello che vuole fare». Quanto all'esistenza di incontri con lo stesso Beppe Grillo il segretario del Pd smentisce. Tuttavia, precisa: «so benissimo che c'e' comunque un parlarsi tra i nostri e i loro», riferendosi agli eletti in Parlamento.

Nel M5S, «ci sono cose di sinistra e cose che non lo sono affatto. Grillo non vuole che un figlio di immigrati nato qui sia italiano e mi sembra molto tiepido sull'evasione fiscale. Questo non è di sinistra». Con lui «ci sono punti di dissenso radicale. Chi vuol stare fuori da euro non sa cosa dice».

Riguardo al governissimo col Pdl, «Sul piano politico immaginare che io possa fare qualche accordo con quelli che hanno sempre impedito il cambiamento è un'ipotesi dell'irrealtà. In Parlamento - ha aggiunto Bersani - c'è stata una maggioranza che ha certificato che quella ragazza era nipote di Mubarak, noi non abbiamo mai avuto la possibilità di cambiare alcunché».

«Tocca a noi dire la prima parola su quello che bisogna fare», ha aggiunto il segretario del Pd parlando degli scenari futuri in Parlamento. «Noi abbiamo perso - precisa - per un risultato al di sotto delle aspettative, ma dentro questa sconfitta abbiamo 460 parlamentari, il doppio di quelli del Pdl». Secondo Bersani, la rabbia e il disagio sociale «hanno messo anche noi nel mucchio. Anche l'appoggio al governo Monti ha comportato dei problemi». Ora serve «un governo di cambiamento su un programma di 8 punti che chieda su questi la fiducia». Bersani ha «in testa un governo largamente rinnovato, con la presenza di giovani, donne e anche presenze esterne dai partiti, assolutamente competenti».

E il nodo del Quirinale?«Dopo un presidente così non è semplicissimo trovare una soluzione ma penso che troveremo una convergenza, perché in ultima analisi i numeri si possono trovare».

Riguardo il finanziamento ai partiti, Bersani è favorevole a ridiscutere la legge sul finanziamento pubblico ai partiti, ma si è detto convinto che «la politica una qualche forma di sostegno pubblico debba averlo». «Anche fosse per un solo euro non sono disposto a rinunciare», afferma.

Quanto a Renzi, «deciderà che ruolo avrà quando vorrà con la direzione del partito, ma sicuramente un ruolo lo avrà", ha detto il segretario del Pd Pier Luigi Bersani a proposito del sindaco di Firenze. «Non sottovaluto affatto il contributo che poteva dare Renzi, e abbiamo fatto apposta le primarie".

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