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Questo articolo è stato pubblicato il 17 agosto 2011 alle ore 08:03.

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Oggi tutti lo citano, perché offre la spiegazione migliore di dove ci troviamo e dove andremo, e in quanto tempo. Il libro di Kenneth Rogoff e Carmen Reinhart, fondamentale per capire i guai in cui l'economia e la politica di Stati Uniti ed Europa si dibattono, ha avuto un'ascesa costante da quando è stato pubblicato a fine estate 2009. «This Time Is Different. Eight Centuries of Financial Folly» (Princeton, edizione italiana Il Saggiatore) è una raccolta ragionata di dati su crisi, debiti e default, privati e pubblici, particolarmente ricca per l'ultimo secolo, da cui gli autori traggono alcune conseguenze e confronti.

La tesi è che la crisi del 2007-2008 non è del tutto diversa da altre di uguale gravità - nell'ultimo secolo solo quella degli anni Trenta è paragonabile - e non avrà esiti diversi. Una sezione di 100 pagine dedicata alla Second Great Contraction, cioè la crisi attuale, è la parte più utile. Rogoff, già capo economista dell'Fmi (2001-2003), insegna a Harvard. Reinhart, suo vice al Fondo, è oggi al Peterson Institute for International Economics di Washington. La loro analisi preveggente fu anticipata in un paper del gennaio 2008 all'American economic association mentre un anno dopo nella stessa sede prevedevano tempi lunghi e l'esplosione del debito pubblico. «Ci restano ancora due, forse tre anni di crisi» dice Rogoff in questa intervista al Sole 24 Ore.

Sono stati necessari due anni perché la tesi di fondo, la lunga durata cioè di crisi finanziarie profonde come quella attuale, e i guai per il debito pubblico, diventasse verità evidente. Come mai?
Non credo sia dovuto a scarsa diffusione delle nostre tesi, da tempo ben note. Sì, è vero che alcuni concetti e dati dell'esperienza storico-economica hanno avuto bisogno di un po' di tempo per essere valutati nel loro valore ineludibile. Non c'è stata nel mondo degli economisti e degli analisti mancanza di coscienza di quanto era successo. C'è stata tuttavia la diffusa convinzione, a Wall Street e anche alla Fed, che le misure aggressive con cui si è affrontata la crisi nell'autunno-inverno 2008-2009 potessero fare la differenza.

Ma non mancavano, accanto alla vostra, altre voci che si dichiaravano scettiche.
La politica, come è comprensibile, aveva scommesso molto sulle proprie capacità di fare la differenza, questa volta. In più di un'occasione il ministro del Tesoro degli Usa, Timothy Geithner, ha dichiarato che questa volta le misure prese sarebbero state in grado di battere il benchmark di Reinhart-Rogoff, che indica una durata della crisi tipo quella attuale, sulla base dell'esperienza storica, assai più vicina ai dieci che ai due anni. Questi ultimi sono i tempi ideali per la politica, che viaggia come noto sui cicli elettorali, biennali e quadriennali, negli Stati Uniti e più o meno anche altrove.

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