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Questo articolo è stato pubblicato il 08 febbraio 2012 alle ore 12:18.

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Si chiama «Red», «Research Enhancement & Development», il primo corso "pubblico" targato «La Sapienza» di Roma per formare giovani ricercatori. Il corso, della durata di un anno, ha l'obiettivo di stimolare la connessione tra ricerca e mondo esterno indirizzandola verso lo sviluppo di soluzioni e prodotti innovativi fondati sui risultati della ricerca scientifica e delle applicazioni tecnologiche generate nell'ateneo.

Frati: si valorizzano le idee a più alto potenziale
Pensato da un gruppo di accademici, il programma, ha sottolineato il rettore della «Sapienza», Luigi Frati, è guidato da un advisory board formato da accademici e da soggetti operanti in seed & venture capital funds, business angels, aziende ad alto tasso di innovazione e tecnologia ovvero da imprenditori di successo. «Una composizione quindi finalizzata a valutare e sostenere con idee e suggerimenti le idee a più alto potenziale».

Lenzi: innovazione e ricerca sono le chiavi per superare le difficoltà del mercato
Per Andrea Lenzi, presidente del Cun, il Consiglio universitario nazionale, «innovazione e ricerca sono le chiavi per superare le difficoltà del mercato e sono una scelta obbligata per rigenerare la competitività italiana». La ricerca italiana, ha aggiunto Lenzi, «pubblica tanto e bene, infatti i suoi ricercatori sono massicciamente presenti nel top 1% delle ricerche più citate nel mondo, nonostante la scarsità di finanziamenti. Purtroppo però il ricercatore italiano tutela e valorizza poco le sue scoperte. Ecco perchè il corso di alta formazione Red può rappresentare un ottimo esempio di "addestramento" al trasferimento tecnologico e delle conoscenze». Il corso è rivolto a laureati e ricercatori e le iscrizioni si chiudono il 10 febbraio. (Cl.T.)

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